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Autore Il labirinto del fauno di G.DelToro
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 27-11-2006 16:04  
quote:
In data 2006-11-27 16:00, GionUein scrive:
quote:
In data 2006-11-27 15:47, AlZayd scrive:


Ti consiglio, se non lo conoscessi già, di recuperare, sempre di del Toro, anche La spina del diavolo.



Provvederò a recuperalro quanto prima, gracias.





De nada!
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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DiTraverso

Reg.: 02 Gen 2006
Messaggi: 409
Da: Bruino (TO)
Inviato: 28-11-2006 17:28  
Ma che ooooooooooo
Volevo dare la mia e qui si parla solo di Tim Burton!
Innanzitutto imho come stile non centra nulla con Burton. E' un genio ma è diverso da Del Toro.
Tornando IT il film mi è piaciuto a dismisura, e il tributo a Goya con il mostro strano è piacevole. Una favola dark girata divinamente. La bambina purtroppo forse è la cosa che rovina un po il film secondo me...
In certe scene ha una faccia da schiaffi assurda, ma nel complesso il film è ottimo
_________________
Papa', tu sei come Babbo Natale e Topolino messi insieme: cosi' incantevole e cosi' finto...". (da "Big fish")

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 28-11-2006 22:52  
quote:
In data 2006-11-28 17:28, DiTraverso scrive:
La bambina purtroppo forse è la cosa che rovina un po il film secondo me...
In certe scene ha una faccia da schiaffi assurda, ma nel complesso il film è ottimo




Strana impressione.., eppure quella bambina è ben lungi dal ricordare la saccenteria facciale, oltre che caratteriale (alla carta vetrata) di un Harry Potter e marmocchi simili del cinema blockbuster ammerrikano, esibiti come tanti piccoli ometti pieni di irritante e fasullo buonsenso (orme enormi del positivismo di propaganda, retorico trionfalismo della kultura statunitense). A me la piccola Ivana Vaquero è sembrata molto in parte, vera, controllata, una bella faccia "latina", in una parola: bravissima.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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DiTraverso

Reg.: 02 Gen 2006
Messaggi: 409
Da: Bruino (TO)
Inviato: 28-11-2006 23:18  
quote:
In data 2006-11-28 22:52, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-28 17:28, DiTraverso scrive:
La bambina purtroppo forse è la cosa che rovina un po il film secondo me...
In certe scene ha una faccia da schiaffi assurda, ma nel complesso il film è ottimo




Strana impressione.., eppure quella bambina è ben lungi dal ricordare la saccenteria facciale, oltre che caratteriale (alla carta vetrata) di un Harry Potter e marmocchi simili del cinema blockbuster ammerrikano, esibiti come tanti piccoli ometti pieni di irritante e fasullo buonsenso (orme enormi del positivismo di propaganda, retorico trionfalismo della kultura statunitense). A me la piccola Ivana Vaquero è sembrata molto in parte, vera, controllata, una bella faccia "latina", in una parola: bravissima.


Guarda, ti quoto in parte. Secondo me la bambina è stata bravissima a interpretare quello che voleva il regista, ma evidentemente è uno dei lati che mi è piaciuto meno del film :asd: Senza nulla togliere al complesso che è fenomenale.
_________________
Papa', tu sei come Babbo Natale e Topolino messi insieme: cosi' incantevole e cosi' finto...". (da "Big fish")

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-11-2006 00:21  
quote:
In data 2006-11-28 23:18, DiTraverso scrive:
Guarda, ti quoto in parte. Secondo me la bambina è stata bravissima a interpretare quello che voleva il regista, ma evidentemente è uno dei lati che mi è piaciuto meno del film :asd: Senza nulla togliere al complesso che è fenomenale.




Non potrebbe trattarsi di una legittima questione di simpatie/antipatie personali?

Complesso fenomenale, su questo nulla da dire!
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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cabal22

Reg.: 15 Mar 2006
Messaggi: 2812
Da: Livorno (LI)
Inviato: 30-11-2006 17:36  
quote:
In data 2006-11-27 16:00, GionUein scrive:
quote:
In data 2006-11-27 15:47, AlZayd scrive:


Ti consiglio, se non lo conoscessi già, di recuperare, sempre di del Toro, anche La spina del diavolo.



Provvederò a recuperalro quanto prima, gracias.





Infatti è molto buono.

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 30-11-2006 23:35  
gatsby non capisco come le tue critiche(anche condivisibile secondo me)si possano ancorare alla non presenza di ofelia in dei momenti come quello del bian coniglio che legano il film con alice.
è chiaro che non c è bisogno che la bambina sia li,è chiaro che il personaggio di lopez non è tanto il male come categoria aprioristica,ma il male nutrito dall assenza della fantasia o meglio del futuro,di altre possibilità,di un'ALTRA REALTà.il ticchettio dell'orologio sembra una condanna a morte oltre ad essere segno dell'uomo che è;un uomo storico,legato alle sue tradizioni e alla Storia che viene colpito ad un occhio,colpo fatale e significativo della sua impossibilità e anche accidia nel voler vedere(ancora il coniglio che scopre solamente dopo aver ucciso nuovamente come un automa).è sempre lui che"obbedisce senza pensare" e che vuole legarsi alla leggenda,con un gesto eroico,ma è un'epica che muore con lui per lasciare spazio al sogno,alla possibilità,alla nuova era che anche per delToro come per Cuaron riparte dalla fanciullezza,dall'innocenza,da una radice non pura,qui il male,li il bastardo di una puttana,ma non uno scenario messianico,solo la consapevolezza di poter essere qualcosa di migliore,di negare quella realtà perchè non l'unica possibile,cosa che fa ofelia.


Scusate per la sintassi,ma sto andando di fretta( a dormire,è troppo che non dormo).altro c è ancora da dire,spero di poter continuare..
_________________
"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 30-11-2006 23:36  
quote:
In data 2006-11-30 23:18, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-30 19:45, Cronenberg scrive:
Il labirinto del Fauno di Guillermo Del Toro
momenti di avvincente visionarietà favolista, combinati in un racconto con più narratori. Quello che non mi piace di Del Toro sono le ricostruzioni sceniche un po' troppo certosine e pulite, poco vissute insomma, e la smania di perseguire sempre più e più temi senza mai approfondirne soddisfacemente uno. Comunque un passo avanti rispetto a La spina del diavolo.




Il tema è unico, diviso in due piani distinti ed apparentemente distanti, duqnue di difficile gestione. L'abilità di del Toro è proprio nel saper ben incastrare amalgamare insieme tali dicotomici aspetti, rendendo credibile il suo plot. E' il punto di maggior forza del film. Come pure in La spina del diavolo.

Non capisco il perchè delle scene non vissute, certosine, ecc... (che io imputerei invece al film di genere/scia, dell'omologazione, "americano"), visto che però trovi avvincente l'immaginario favolistico, ovvero l'impianto figurativo, visonario. Non so se abbia compiuto passi avanti rispetto alla Spina del diavolo, a me sembrano due ottimi film. Molto insoliti, originali, con delle storie intriganti e ben messe in scena. Cmq, Davide, c'è un topic dedicato al Fauno, per ulteriori approfondimenti. Se credi.



Credo che i piani narrativi siano indubbiamente bene incastrati, ma anche troppo superficialmente e saltuariamente affrontati, come se si badasse più al 'puzzle' che all'immagine che ne scaturisce. Per quanto riguarda l'impianto figurativo ho trovato intrigante questa contrapposizione fra il lato oscuro, gotico e tenebroso dell'argomento fantastico, mentre acerbo, kaki e diligente quello reale. Probabilmente non apprezzo lo sgargiare di questa pulizia del contrasto, dell'organizzazione degli elementi sul set, così microscopicamente dimensionati rispetto alla vastità della storia che si pretende raccontare. Ho trovato amplificati questi squilibri ne La spina del diavolo, mentre qui equamente temperati dall'emersione della vistosa e fervida fantasia del regista. In ogni caso approfondiremo non appena formulato il papiello, comunque sufficente!

_________________
L'intelligenza mi nausea.

Bruno Dumont

[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 30-11-2006 alle 23:42 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-12-2006 00:25  
quote:
In data 2006-11-30 23:36, Cronenberg scrive:
credo che i piani narrativi siano indubbiamente bene incastrati, ma anche troppo superficialmente e saltuariamente affrontati, come se si badasse più al 'puzzle' che all'immagine che ne scaturisce.



A mio avviso ne scaturisce - ed è quel che conta - un'immagine (l'impianto figurativo) sorprendende, riallacciandomi anche a quanto tu dici appresso

quote:
[i]
Per quanto riguarda l'impianto figurativo ho trovato intrigante questa contrapposizione fra il lato oscuro, gotico e tenebroso dell'argomento fantastico, mentre acerbo, kaki e diligente quello reale. Probabilmente non apprezzo lo sgargiare di questa pulizia del contrasto, dell'organizzazione degli elementi sul set, così microscopicamente dimensionati rispetto alla vastità della storia che si pretende raccontare.



Non ho visto pulizia - ma dove, perchè - in ciò che segnali, ma un forse necessario gioco della sintesi, dal momento che è propedeutico all'argomento fantastico, quindi in qualche modo di raccordo, ma non per questo superficiale o acerbo. Non sarebbe stato facile un approfondimento totale dei due piani - e pure c'è una secchezza stilica e narrativa antispettacolare, vedi le scene di battaglia, nessuna ostentazione del particolare pruriginoso o che possa compiacere il più basso istinto voyeuristico -, forse non sarebbe stato opportuno, dal momento che l'intenzione del regista non è quella di imbastire un film esemplarmente drammatico, bensì partire dal dato reale per scrutare, rappresentare, il mondo fantastico, favolistico, gotico, visionario, tenebroso, di Ofelia. Cmq la storia è raccontata, e bene, non si è preteso raccontarla.

quote:
[i]Ho trovato amplificati questi squilibri ne La spina del diavolo, mentre qui equamente temperati dall'emersione della vistosa e fervida fantasia del regista.
In ogni caso approfondiremo non appena formulato il papiello, comunque sufficente!



Ma se li trovi equamente temperati - mi sembra di leggere una contraddizione - che voi di più, DAvide, da un film che non pretende di rivoluzionare il cinema contemporaneo e che pure si fa notevolmente notare da tutta la paccottiglia di genere che gira da un po' di anni a questa parte nelle sale? Il capolavoro? Sarebbe vano aspettarselo da un un più che notevole film di genere, di grande carattere e che a mio avviso merita ben più di una sufficienza.

Seguito a non capire - oppure enunciandoli non li hai ben spiegati - il perchè e per come, dove, degli squilibri. La spina del diavolo, tutt'altro che perfetto, è un film assai equilibrato, in cui, come nel Fauno, c'è il doppio rischioso piano narrativo e "simbolico" più che efficacemente dosato ed amalgamato. A mio avviso, a fronte della straordinarietà di queste due pellicole che hanno il "fastidioso" merito di affrontare in maniera insolita certe tematiche del cinema fantastico, forse rischiamo di non ritrovarci come ci ritroviamo nei più consunti schemi. Due film di notevole equilibrio ed invero di rara delicatezza sul piano formale e contenutistica. Per me, entrambi da 7,5 fino ad un rotondo 8.

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 01-12-2006 alle 00:31 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-12-2006 00:41  
quote:
In data 2006-11-30 23:36, Cronenberg scrive:
Credo che i piani narrativi siano indubbiamente bene incastrati, ma anche troppo superficialmente e saltuariamente affrontati, come se si badasse più al 'puzzle' che all'immagine che ne scaturisce.



Vorrei meglio precisare che non ci ho capito una sega.

Da quel che potrei intuire, non sono saltuariamente affrontati, semmai proposti in maniera alternata. E' una scelta di regia, di montaggio, che non inficia la forza stilistica ed espressiva, la qualità del visivo e del narrato. Assolutamente no. In non vedo tasselli sparsi, ma l'intero, stupefacente mosaico.



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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 01-12-2006 alle 00:43 ]

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 01-12-2006 15:17  
quote:
In data 2006-12-01 00:25, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-30 23:36, Cronenberg scrive:
credo che i piani narrativi siano indubbiamente bene incastrati, ma anche troppo superficialmente e saltuariamente affrontati, come se si badasse più al 'puzzle' che all'immagine che ne scaturisce.



A mio avviso ne scaturisce - ed è quel che conta - un'immagine (l'impianto figurativo) sorprendende, riallacciandomi anche a quanto tu dici appresso

quote:
[i]
Per quanto riguarda l'impianto figurativo ho trovato intrigante questa contrapposizione fra il lato oscuro, gotico e tenebroso dell'argomento fantastico, mentre acerbo, kaki e diligente quello reale. Probabilmente non apprezzo lo sgargiare di questa pulizia del contrasto, dell'organizzazione degli elementi sul set, così microscopicamente dimensionati rispetto alla vastità della storia che si pretende raccontare.



Non ho visto pulizia - ma dove, perchè - in ciò che segnali, ma un forse necessario gioco della sintesi, dal momento che è propedeutico all'argomento fantastico, quindi in qualche modo di raccordo, ma non per questo superficiale o acerbo. Non sarebbe stato facile un approfondimento totale dei due piani - e pure c'è una secchezza stilica e narrativa antispettacolare, vedi le scene di battaglia, nessuna ostentazione del particolare pruriginoso o che possa compiacere il più basso istinto voyeuristico -, forse non sarebbe stato opportuno, dal momento che l'intenzione del regista non è quella di imbastire un film esemplarmente drammatico, bensì partire dal dato reale per scrutare, rappresentare, il mondo fantastico, favolistico, gotico, visionario, tenebroso, di Ofelia. Cmq la storia è raccontata, e bene, non si è preteso raccontarla.

quote:
[i]Ho trovato amplificati questi squilibri ne La spina del diavolo, mentre qui equamente temperati dall'emersione della vistosa e fervida fantasia del regista.
In ogni caso approfondiremo non appena formulato il papiello, comunque sufficente!



Ma se li trovi equamente temperati - mi sembra di leggere una contraddizione - che voi di più, DAvide, da un film che non pretende di rivoluzionare il cinema contemporaneo e che pure si fa notevolmente notare da tutta la paccottiglia di genere che gira da un po' di anni a questa parte nelle sale? Il capolavoro? Sarebbe vano aspettarselo da un un più che notevole film di genere, di grande carattere e che a mio avviso merita ben più di una sufficienza.

Seguito a non capire - oppure enunciandoli non li hai ben spiegati - il perchè e per come, dove, degli squilibri. La spina del diavolo, tutt'altro che perfetto, è un film assai equilibrato, in cui, come nel Fauno, c'è il doppio rischioso piano narrativo e "simbolico" più che efficacemente dosato ed amalgamato. A mio avviso, a fronte della straordinarietà di queste due pellicole che hanno il "fastidioso" merito di affrontare in maniera insolita certe tematiche del cinema fantastico, forse rischiamo di non ritrovarci come ci ritroviamo nei più consunti schemi. Due film di notevole equilibrio ed invero di rara delicatezza sul piano formale e contenutistica. Per me, entrambi da 7,5 fino ad un rotondo 8.

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 01-12-2006 alle 00:31 ]

Per quanto riguarda l'impianto figurativo probabilmente il diverso giudizio è derivato da un gusto estetico che io personalmente trovo eccessivamente marcato al fine di conseguire questo contrasto di cui si è parlato. Cioè il regista non bada tanto alla ricostruzione storica della scena quanto al suo significato metaforico, che vive proprio di questo contrasto, ma che viene anche perso di vista qua e la, per dare invece spazio a quelli sono gli elementi collaterali. Di qui personaggi tipi che sfilano ma che non vengono mai approfonditi, che non acquisiscono un vero e proprio perchè nel tema unico del dualismo fantasia-realtà, così ne ho trovati taluni davvero dispersivi per quanto riguarda il grande fiume narrativo, che a mio avviso scorre soprattutto nel mondo di Ophelia e nel suo sguardo verso la cruda realtà ma non in quello di altri personaggi come la donna delle pulizie, il dottore, il fratello di lei, che ho trovato prevedibili nelle mosse, non necessitanti di spazio e drammatizzazioni intime. Questo il grande difetto di Del Toro secondo me, quello di non sapere al meglio conciliare tutti questi elementi che propone nel susseguirsi narrativo, e che poi verso il finale ritornano, si accumulano e si mettono in coda per fare la loro apparizione, la loro fine.
Per quanto riguarda gli squilibri intendevo dire che ne Il labirinto del film essi vengono temperati, mascherati dalla vera faccia della fantasia, una dote di cui Del Toro qui mostra tutto il suo valore, la sua qualità. Questo per dire che nei momenti in cui Ophelia si trova nel mondo cui davvero le appartiene, ho provato anch'io quella sensazione di stasi, sospensione, quell' "ohh" di meraviglia. Questo è uno dei tanti aspetti su cui non si può obbiettare nulla a Del Toro, quelli che livellano la narrazione ad un suo registro ideale, che stemperano, al contrario, i toni anche un po accademici, che sintetizzano tutto il resto, ciò che di recrudescente sovrasta il magico mondo del Fauno.
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 01-12-2006 15:24  
quote:
In data 2006-12-01 00:41, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-30 23:36, Cronenberg scrive:
Credo che i piani narrativi siano indubbiamente bene incastrati, ma anche troppo superficialmente e saltuariamente affrontati, come se si badasse più al 'puzzle' che all'immagine che ne scaturisce.



Vorrei meglio precisare che non ci ho capito una sega.

Da quel che potrei intuire, non sono saltuariamente affrontati, semmai proposti in maniera alternata. E' una scelta di regia, di montaggio, che non inficia la forza stilistica ed espressiva, la qualità del visivo e del narrato. Assolutamente no. In non vedo tasselli sparsi, ma l'intero, stupefacente mosaico.



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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 01-12-2006 alle 00:43 ]

Ciò che intendo è che i piani narrativi non conciliano alla perfezione, rivaleggiano fino a quando uno viene promosso all'attenzione, e poi nuovamente superato da quello che dietro aspetta. Ci sono personaggi a cui corrispondono veri e propri piani narrativi, quasi in soggettiva essi raccontano la loro posizione e con questa, quella degli spettatori. Insomma l'attenzione anzichè focalizzarsi sull'azione si cocnentra sui personaggi che la compiono e non incidono in fondo sul tema centrale del film (quanto sulla loro immagine, ora codarda, disperata, torturata, sospettata): la fantasia perturbata dalla realtà. In questo senso credo che l'incastro ben congegnato che si viene a creare formi due puzzle separati, talmente opposti da non riuscirsi a contrapporre neanche, quello della realtà e quello della fantasia appunto.
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René Descartes

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 01-12-2006 18:33  
Mi riservo di dare un giudizio su "Il labirinto del Fauno" che andrò a vedere domani.
E' certo, però, che La Spina del Diavolo è un film davvero ben fatto, dove il racconto "montato" in maniera pulita, senza salti, fashback e funambolismi hollywoodiani, montaggi alternati e "possiamo stupirvi con effetti speciali.."( e meno male, perchè il cinema spagnolo ci offre sempre nuovi spunti riguardo ad un tipo di "produzione" che guarda alla tradizione, senza richiami pedissequi, banali,anzi narrativamente e figurativemente innovativi sull'asse emozionale dei caratteri), si avvale di preziosismi talvolta non visibili neppure all'occhio attentissimo di cinefili consumati in odor di Accademia.
La Spina del divolo è un continuo disseminare oggetti che raccogli tra il vero stupore del brivido e la melanconia di sospensioni del cuore, tipici dell'immaginario strettamenet infantile.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 02-12-2006 00:48  
Avevo in mente di dire cose che avrebbero lasciato presuppore che quanto sostenuto da Penny valga anche per il Labirinto.

Davide, torno (quasi) subito.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 02-12-2006 17:16  
Scusa Davide, ma cosa c'entra l'impianto figurativo con la ricostruzione storica, che semmai compete maggiormente l'aspetto narrativo? A meno che non si abbiano come punto di riferimento i baracconi/fondali finto naturalistici hollywoodiani dai quali non riusciamo proprio ad emanciparci, non mi sembra che il regista non badi alla ricostruzione storica dal momento che sia sul piano della ricostruzione "filologica" di una guarnigione militare, sia su quello delle atmosfere e del quadro figurativo e narrativo complessivo (scenari naturali compresi) contribuiscono a creare un affresco di grande suggestione visiva, addirittura "sensitiva". Giusto inoltre che tale ricostruzione sia anche a fine metaforico, elemento essenziale della realizzazione, poichè è questa l'esplicita, del tutto evidente intenzione del regista, connaturata al tipo di storia che voleva narrare, dove soprattuto conta il COME la si narra. Diventa, come tu dici, elemento (secondario?) del contrasto, ma non per questo poco incisivo e significante, tra due piani opposti e che pure sono in stretta relazione tra loro, con una messinscena robusta e coerente, in cui non ravviso affatto queste "perdite di vista" di cui parli. Per me siamo al quasi perfetto equilibrio degli incastri e delle soluzioni visive e narrative, in una "partitura" assia complessa e di non facile realizzazione. Infatti, nel film di "genere" mainstreams odierno, si registrano più tonfi che buoni risultati. Un punto a netto favore di Del Toro!
Gli innesti tra i due piani (del reale e del fantastico) sono realizzati al meglio delle possibilità, evitati i soliti e risaputi flashback, il montaggio alternato, o parallelo (qui riprendo quanto già evidenziato da Penny); l'occhio di Del Toro entra ed esce con estrema disinvoltura e corenza poetica, narrativa e stilistica, dall'uno all'altro piano, senza inceppamenti, scollaturei nè pesantezze o leggerezze di sorta. Ma la mia parola, vale quanto la tua, solo che da "accusatore".., tocca principalmente a te provare i tuoi capi d'accusa, o sospetti... E non c'è nulla nel tuo dire che rappresenti una prova certa, se non anche una sorta di (anche legittimo, ci mancherebbe, val per tutti) compiaciuto gusto per la parola fine a se stessa. Se non ti ha preso il film è un conto; cercare di trovarci cose inesistenti (sempre a mio parere), un altro paio di maniche. Il film, fino a prova contraria, e possibilmente meglio circostanziata (non si manda in galera un "indagato" su basi probatorie deboli e frutto di suggeestioni private), resta "innocente".

Affermi "Ciò che intendo è che i piani narrativi non conciliano alla perfezione, rivaleggiano fino a quando uno viene promosso all'attenzione, e poi nuovamente superato da quello che dietro aspetta."

Ma è il gioco dichiarato, logico, dell'autore, una precisa scelta narraviva. Nell'alternarsi, i due piani non perdono in alcun modo il proprio senso, nè le valenze poetiche ed espressive. Non c'è rivalità, un disequilibrio, ma una cotrapposizione ben progettata e relaizzata, corente, tra il piano della realtà e dell'immaginazione. E' la caratteristica del film, un espediente narrativo assolutamente efficace e pregnate che anzi conferisce originalità all'opera. E' scegliere di non usare i soliti flashback e montaggi alternati, o paralleli, come già detto, che nel cinema di genere sono inflazionati, scontati, stravisti, male e banalmente usati.

"Ci sono personaggi a cui corrispondono veri e propri piani narrativi, quasi in soggettiva essi raccontano la loro posizione e con questa, quella degli spettatori. Insomma l'attenzione anzichè focalizzarsi sull'azione si cocnentra sui personaggi che la compiono e non incidono in fondo sul tema centrale del film (quanto sulla loro immagine, ora codarda, disperata, torturata, sospettata): la fantasia perturbata dalla realtà. In questo senso credo che l'incastro ben congegnato che si viene a creare formi due puzzle separati, talmente opposti da non riuscirsi a contrapporre neanche, quello della realtà e quello della fantasia appunto. "

Quanto sopra detto vale anche par quanto riguarda i personaggi e la loro caratterizzazione. E' del tutto evidente, è direi che è proprio così che doveva anadare, che non sarebbe stato affatto utile approfondire la psicologia, ad esempio, del "fratello" guerrigliero, o d'altri personaggi di contorno, o secondari, dato il soggetto e la sceneggiatura, la scelta narrativa. In tale ipotesi il film sarebbe diventato una saga, un'epopea, una fiction interminabile... In fondo il Labirinto è una favola, con tutti gli "stereotipi" - che non guastano, anzi... - emblematici, metaforici, esemplari, del caso. C'è grande coerezza e senso della sintesi, anche su tale aspetto, nel Labirinto. Non serviva approfondire il singolo ribelle, ma, come è stato giustamente fatto, occorreva per l'appunto mettere in risalto il significato metaforico, oltre che funzionale alla storia, dell'intero gruppo di resistenti che agisce a sorpresa, nell'ombra, che sappiamo esiste e che tanto basta. L'azione non si concretiza ed esaurisce sui personaggi, ma è dal personaggio che parte la storia che non ha un solo punto, tema centrale, bensì, dicotomicamente, e pure posti in strettissima ed organica relazione, più punti di vista e piani narrativi e simbolici di lettura. Vedi anche quanto asserito nella mia ecensione.

A mio avviso anche con la Spina del diavolo non hai centrato l'essenza di un film che trovo davvero splendido, prezioso, raro, ben scritto, girato, interpretato, messo in scena. In subordine.., la perfezione.., è una chimera, inutile cercarla in queste lande, di questi tempi...

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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